Dopo la proclamazione dell’indipendenza, avvenuta il 21 marzo del 1990, si venne ad instaurare un regime politico, che comportava dei rischi, poiché lo SWAPO rimaneva basito dal comportamento troppo generoso nei confronti dei bianchi. Basti pensare che il 5% della popolazione controlla il 72% del Pil, e ciò ha creato un notevole squilibrio nei valori del Pil pro capite, con una media di 17.000 dollari USA annui per i bianchi, mentre, soli 85 dollari USA per gli abitanti di colore.
Il governo, però, si sta impegnando per evitare questa specie di discriminazione, creando 25mila posti di lavoro per le persone indigene, di colore, compensando così i 43mila posti occupati dalla gente bianca.
L’emendamento costituzionale del 1997, che consente che un presidente possa esser rieletto tre volte di seguito, scaturiva del timore nei cuori dei leader del Swapo, perché si pensava che il presidente potesse manovrare le fazioni maggiori del partito, che in realtà si scontrano per i problemi di ordine etnico.
L’ambasciatore Ben Ulenga, il 4 settembre del 1998, in Gran Bretagna, si è dimesso per protestare proprio contro l’applicazione dell’emendato costituzionale che aveva ricandidato il Presidente Sam Nujoma, per il terzo mandato consecutivo nel 1999. Purtroppo la mossa di Ulenga, che tra l’altro fu membro del partito, è rimasta isolata, poiché nessun appartenente anziano dello Swapo ha manifestato solidarietà. E’ anche vero, però, che qualcuno all’interno dello Swapo ha esposto il proprio disaccordo nei confronti di un’altra rielezione, la terza, di Sam Nujoma che è ricorso a un artificio giuridico.
Il congresso straordinario, avvenuto l’anno scorso, non ha tenuto in considerazione la questione del terzo mandato di Nujoma, concentrandosi invece sulla riforma dello statuto del partito. Si può dire, perciò, che il gesto che compì Ulenga ha creato una divisione all’interno dell’opinione pubblica.
In tema di politica estera, Sam Nujoma sta promuovendo nuovi accordi commerciali con la Francia, l’Italia, il Canada, gli Stati Uniti, il Giappone, la Corea, il Kuwait e altri Paesi.